Intervista a Ruggero Sada responsabile Airoldi Calcio femminile.
L’attività calcistica femminile in Italia è un movimento in continua crescita, il risultato del mondiale ha sicuramente avuto un effetto benefico e così anche le recenti notizie del passaggio al professionismo.
L’Airoldi calcio è stata una delle prime società a credere fermamente nel calcio femminile tanto da essere, ad oggi, una delle realtà più attive e complete del calcio femminile della provincia.
Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Ruggero Sada, responsabile del settore femminile dell’Airoldi, per fare con lui il punto della situazione e capire meglio il movimento.
Ruggero, iniziamo ad inquadrare il movimento calcistico femminile all’Airoldi. Diamo qualche numero
Il settore femminile Airoldi è composto da circa 90 ragazze: la più giovane è nata nel 2015 la più esperta ha 38 anni.
Abbiamo tutto il settore giovanile:
under 10, con bambine dal 2015 al 2012, che al momento fanno solo allenamenti e gare amichevoli.
Under 12, dal 2011 al 2009 iscritte al campionato regionale FIGC.
Under 15, dal 2009 al 2007, che partecipano al campionato regionale FIGC.
Under 17 dal 2007 al 2004, che gareggiano nel campionato regionale-nazionale FIGC.
La prima squadra, per le nate dal 2003 in avanti, iscritta al campionato CSI.
Quando e come nasce l’idea di squadre completamente femminili?
L’idea è nata cinque anni fa da Roberto Pirovano, ora a Castellanza, che con il supporto della società ha iniziato a formare squadre di sole ragazze partecipando a campionati CSI.
La decisione di giocare solo con altre squadre femminili è stata dettata dal fatto di dare alle ragazze la possibilità sia di giocare alla pari senza avere difficoltà nel confronto fisico con i maschi, sia o forse soprattutto per un discorso di spogliatoio. Nelle squadre “miste”, le ragazze sono messe in uno spogliato da sole, invece, avendo squadre puramente femminili, possono vivere lo spirito positivo dello spogliatoio che è una componente fondamentale del gioco di squadra.
Nonostante i due anni fermi causa Covid, da settembre ad oggi abbiamo ricevuto chiamate di molte ragazze che vogliono giocare ad Origgio, anche ragazze alla prima esperienza.
Quali progetti avete per il futuro?
Ampliare i numeri attuali (che già sono impressionanti) e magari, oltre ad avere una prima squadra iscritta al CSI, avere una prima squadra iscritta ad un campionato FIGC. Vogliamo essere sempre più il punto di rifermento del calcio femminile per la nostra zona. Stiamo lavorando duramente per crescere in modo qualitativo con corsi per i nostri formatori ed attività mirate e formative per le nostre ragazze (dal terzo allenamento settimanale già introdotto a corsi di tecnica ed altre novità che a breve presenteremo).
Ormai lo abbiamo capito, il calcio è uno sport che unisce ed appassiona tutti, ci racconti qualche sensazione di questo inizio stagione subito caratterizzato da incontri importanti
I campionati FIGC sono una bellissima esperienza per le bambine e ragazze perché hanno la fortuna di confrontarsi con squadre “professionistiche”. Sicuramente i risultati inizialmente potrebbero non essere dei più rosei perché noi, a differenza di molte squadre che incontriamo, non facciamo selezione e quindi la differenza, soprattutto per le categorie under 15 e 17 si nota. Anche l’esperienza e l’abitudine a confrontarsi a certi livelli ha un ruolo fondamentale. Ciò nonostante, dalle più piccole alle più grandi stanno migliorando, grazie all’impegno che ci mettono durante gli allenamenti e qualche piccola soddisfazione la stanno ottenendo. Con l’obiettivo di migliorare sempre ma divertendosi perché alla base del Gioco del calcio c’è il divertimento.
Quali consigli si sente di dare alle ragazze che vogliono seguire la loro passione per il calcio? Ed ai genitori?
Alle ragazze suggerisco di provare per non avere rimpianti. Ai genitori dico di assecondare le vostre figlie.
Grazie per la disponibilità ed in bocca al lupo a tutte le ragazze per la stagione in corso